sabato 25 ottobre 2025

Sigmund Freud - Risveglio

 Sigmund Freud - Risveglio


 Sigmund Freud - Risveglio

(Black Widow Records - 2025)

Quando il tempo si ferma e riprende a sognare

A volte ci sono storie che sembrano finire e invece restano in sospeso, pronte a riprendere fiato dopo decenni. Quella dei Sigmund Freud ad esempio, formazione romana nata nel 1972, è una di queste. Band colta ed appassionata, tra le prime a dare forma a un rock progressivo italiano di respiro autentico, condivise palchi importanti come Villa Pamphili, Villa Ada e Conca D’Oro, in anni in cui la musica era ancora esperienza collettiva, fermento culturale, partecipazione civile.

Nonostante gli accordi con RCA ed EMI, la loro parabola si interruppe nel 1978, lasciando dietro di sé solo eco e memoria.
Oggi è grazie alla Black Widow Records che quella storia trova finalmente la sua voce. Risveglio è il titolo perfetto per un disco che suona come una finestra aperta su un tempo sospeso, un filo di luce che ricollega passato e presente. Sei brani (chi scrive grazie all'intercessione di Claudio Ciuffa ne ha ascoltato mesi fa una versione promo senza il sesto e corposo brano), di cui cinque reincisi dalla formazione attuale ed uno appunto — il lungo Freud 70’s medley — recuperato direttamente dalle session originali, restituiscono l’anima autentica di un gruppo che il destino aveva ingiustamente tenuto ai margini della storia.

La band che ha inciso l'album è la seguente: Claudio Ciuffa, chitarre, tastiere e flauto; Luca Allori, voce, chitarra acustica e tastiere; Evandro Gabiati, batteria e percussioni; Marco Cavaterra, basso elettrico ed acustico; Claudio Carbonetti, tastiere e voce; Dino Pacini, chitarre elettriche ed acustiche

Il suono è quello che ci si aspetta da una band che affonda le radici nel prog, e non potrebbe essere altrimenti: Hammond, Mellotron, Moog, flauto e chitarre liriche, strumenti che parlano la lingua di una stagione in cui la musica era arte, introspezione, desiderio di oltrepassare i confini.
Fiori di polvere bianca apre il disco come un manifesto: dodici minuti di variazioni, dialoghi strumentali, aperture melodiche ed improvvisi mutamenti d’umore. La tematica — la deriva della droga — è trattata con un tocco poetico, come sapeva fare solo quel decennio in cui il rock cercava la mente ed il cuore.
A seguire Giochi d’ombre, che intreccia voce narrante e sezioni strumentali; quindi Palla di neve, sospesa tra malinconia ed energia, e La quiete dopo la tempesta, suite di dieci minuti in cui emerge la coesione di una band che non ha dimenticato come si costruisce un racconto musicale.
Epilogo chiude il cerchio con tono riflessivo, quasi spirituale, mentre Freud 70’s medley — il documento sonoro del passato — regala sedici minuti di pura immersione in una stagione irripetibile: tastiere in primo piano, flauto a punteggiare gli spazi, chitarre che disegnano paesaggi visionari.

Ma se si pensasse che Risveglio sia un’operazione nostalgica si è fuori strada; è la prova che certi suoni, certe idee e certe visioni non invecchiano mai davvero: restano lì, in attesa che qualcuno torni a crederci.
I Sigmund Freud ci credono ancora, e questo li rende forse più moderni di tante band nate ieri.

Un disco da ascoltare a occhi chiusi, per addentrarsi ancora una volta nel battito di un’epoca che — forse — non è mai davvero finita.

Ascolta Risveglio su Spotify

Tracklist: Fiori di polvere bianca; Giochi d'ombre; Palla di neve; La quiete dopo la tempesta; Epilogo; Freud 70's medley 

 

 

 

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